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La favola del progresso dell'umanità, da Adamo ed Eva fino ai giorni nostri, raccontata con arguta e ironica semplicità in versi e versacci ovvero, come prontamente precisa l'autore a inizio libro, con versi fedeli alla rima e alla metrica, ma entrambe prese tuttavia sottogamba, credendoci senza crederci troppo. Tentare una sintesi della complessa storia del mondo in poche paginette è certamente un'impresa per temerari, se poi la si fa in versi e senza rinunciare anche a un po' di sano umorismo forse, oltre al coraggio, serve anche un po' di faccia tosta. «M'hanno invitato a scrivere un poemetto / ma di getto, / di quelli da rilegger piano piano / seduti sul divano / per ricordarci un poco del passato, / quello sin troppo amato / e mai dimenticato / o quello un po' indigesto / da scordarselo presto; / senza parlare troppo del presente / di cui non frega niente / a chi vuol consumarlo sulla strada / prima che se ne vada, /dove il tempo diventa un'astrazione, / un'opinione, / o forse per parlar - non è sicuro - / un poco del futuro...».